Mi affaccio alla porta della classe. Lo vedo seduto, in
mezzo agli altri bambini con il suo bel grembiulino mentre attende il mio
arrivo con ansia. Mi vede, mi sorride. Mi corre incontro. Tutto sembra perfetto
quando… una voce: “ Non si comporta molto bene…”
Chi? Il mio bambino perfetto? Lui??? Mi guardo intorno per
vedere se quella voce è diretta proprio verso di noi. Ci osserva.
“Continua anche a picchiare gli altri bambini e non
ascolta…”
Lo guardo. Il suo sguardo colpevole mi fa capire che quelle
parole sono vere e che sì… sono proprio dirette a noi.
Io lo guardo. Lui abbassa lo sguardo come a dire: “Sì, lo so
mamma…”
Poi la voce aggiunge: “Ma lui è un bambino bravissimo,
dolcissimo… solo si vede che è tanto arrabbiato”
Ora la distruzione è completa.
Ma come? Io, mamma, insegnante, che cerco sempre di vedere e
fare il meglio per il mio bambino, che passo le notti su internet a cercare
soluzioni a qualsiasi cosa possa accadere, che cerco di occuparmi di loro in
tutto per tutto, proprio a me accade questo? Il MIO MERAVIGLIOSO BAMBINO???
Proprio lui??
Finisco di parlare con la voce, lo vesto e
usciamo….camminiamo per mano, verso la macchina. Entrambi silenziosi. Lui
combatte con i suoi sensi di colpa ed io con i miei. Dove avrò sbagliato? Ho
sbagliato? Non è possibile che proprio mio figlio si comporti così. E poi lo
guardo.
Questa volta però faccio lo sforzo di non lasciarmi
coinvolgere dai miei sensi di colpa e provo a guardarlo per intero. E’
arrabbiato, lo so. E’ arrabbiato con mamma per una sorellina arrivata quando
lui proprio non voleva. E’arrabbiato con lei per le attenzioni che
inevitabilmente ha portato via. E’arrabbiato perché questo asilo, seppur lui
adori andarci, proprio non lo digerisce. Ma se ci sono i nonni che senso ha
andarci?
Rifletto. Perché non mio figlio? Perché dev’essere proprio
tutto così come io nella mia testa avevo programmato? E perché ancora, non
posso accettare che lui abbia il suo carattere, i suoi pregi ed i suoi difetti
come tutti?
Ed ecco che la nebbia si dissolve. Lo carico sul seggiolino.
Lui mi guarda e mi dice: “Mamma sei arrabbiata?” Io lo guardo e gli dico che
no, non sono arrabbiata. Che non mi piacciono certi comportamenti ma che mi
piacerebbe capire insieme a lui perché è arrabbiato. Lui mi guarda più sereno.
Mi chiede scusa. Salgo in macchina felice di me e dei miei pensieri, convinta
che adesso tutto sarà diverso e meraviglioso.
Appena entrati in casa mi dice: "Dov’è B.?" Lo guardo e penso che ecco… sta per esprimere il suo amore per la
sorellina. La vede. Le sorride. La spinge.
Ci risiamo.
Vita da mamme.
Tiziana
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